All’inaugurazione dell’anno giudiziario vengono delineati i tratti distintivi della giustizia nel nostro Paese

Lotta ai processi lumaca per raggiungere gli obiettivi previsti dal Pnrr, grande attenzione per l’allarme femminicidi, «tragico epilogo delle violenze», per le morti sul lavoro «grave patologia sociale» e sul dramma del sovraffollamento nelle carceri. Nelle parole della prima presidente donna della Cassazione, Margherita Cassano, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ieri mattina alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (assente come l’anno scorso la premier Giorgia Meloni), vengono delineati i tratti distintivi della giustizia nel nostro Paese.
A queste considerazioni si aggiunge, inoltre, la fotografia offerta dal Guardasigilli Carlo Nordio sull’importanza della riforma della giustizia che avrà benefiche ripercussioni anche sull’economia: «Consentirà di recuperare buona parte di quel 2% di Pil che si perde a causa di una semiparalisi dovuta alla riluttanza a investire in Italia per la lentezza dei processi e l’incertezza del diritto». Di qui l’annuncio dell’immissione di «nuove risorse tra cui i 1.300 posti di magistrato ordinario attraverso tre concorsi in definizione, la digitalizzazione e una nuova cultura della conciliazione, attraverso varie forme di mediazione, in ambito civile, e di giustizia riparativa, in ambito penale».
In merito i femminicidi Cassano ribadisce la necessità di «una presa di coscienza» di fronte a «crimini odiosi». Nel 2023 su un totale di 330 omicidi «le donne risultano vittime in 120 casi (rispetto ai 128 del 2022 e ai 122 del 2021). In 97 casi (rispetto ai 104 del 2022 e ai 105 del 2021) i delitti sono maturati in ambito familiare o nel contesto di relazioni affettive. Desta grave preoccupazione «il fatto che dei sette omicidi volontari consumati già nella prima settimana del 2024 tre vedano come vittima una donna». La presidente sottolinea la necessità di «promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari». Citando poi Simone De Beauvoir si augura «che la vita di ogni donna sia pura e trasparente libertà», ricordando, infine, che «un forte impegno della polizia e della magistratura non è sufficiente e che deve essere preceduto da una forte azione di sensibilizzazione e prevenzione culturale».
Gravi anche i dati delle morti bianche. Secondo l’Inail le denunce sono state, nei primi undici mesi del 2023, 968 (38 in meno rispetto alle 1006 del periodo gennaio-novembre 2022). Secondo Margherita Cassano «in un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro». Poi c’è la situazione nelle carceri, dove «permane il sovraffollamento» con 62.707 detenuti (di cui 2.541 donne) rispetto ai 51.179 posti disponibili, anche se cominciano a registrarsi «i primi effetti deflattivi della riforma del 2022».
In merito alla riduzione dei tempi dei processi, invece, la presidente degli Ermellini elenca i buoni risultati ottenuti grazie a «uno sforzo corale». Nel settore civile le pendenze, le 2023, sono diminuite dell’8,2% nei Tribunali e del 9,8% nelle Corti d’appello. La durata media dei procedimenti si è ridotta in primo grado del 6,6% e in appello del 7%. Il disposition time è sceso del 6,4% nei Tribunali e del 6,4% nelle Corti d’appello. Risultati resi possibili anche dalla «mediazione». Sul fronte penale le pendenze si sono ridotte del 13% nei Tribunali e del 6,5% nelle Corti d’appello. Il numero dei procedimenti definiti è «aumentato dell’8,3% in primo grado e del 10,6% in appello. Il disposition time è sceso, in Tribunale, a 310 giorni, rispetto ai 386 del periodo precedente e, in Corte d’appello, a 689 giorni rispetto agli 815 del periodo precedente. Ecco perché, sottolinea «è possibile formulare una prognosi di conseguimento degli obiettivi fissati dal Pnrr, pari, rispettivamente, a 282 giorni per i Tribunali e a 601 giorni per gli Uffici di secondo grado».
Quanto alle riforme del governo arriva una promozione dal vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Pinelli, perché «incidono significativamente sulla struttura della giustizia italiana spostando l’accento sull’efficienza del servizio e ponendola di fronte alla sfida, alta e difficile, della modernità».

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