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Fonte: La Stampa

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Il segretario Pd tira dritto: l’incontro con Berlusconi sarebbe deciso per domani

«Legge elettorale seria, via Senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare. Ma io non mollo». Così il segretario del Pd Matteo Renzi su Twitter.

 

Le due ore di colloquio in tarda serata ieri con Enrico Letta a palazzo Chigi non sarebbero quindi servite a fargli cambiare agenda e a consigliargli prudenza: Matteo Renzi tira dritto dopo la riunione di ieri della Direzione del Pd nella quale la minoranza guidata da Gianni Cuperlo lo ha consigliato di non incontrare Silvio Berlusconi per chiudere un accordo su legge elettorale, trasformazione del Senato e riforma del Titolo V della Costituzione.

 

Secondo ambienti renziani e berlusconiani (Mariastella Gelmini parla di ’’metodo giusto che riconosce il voto di milioni di italiani’’), data, orario e luogo del faccia a faccia sarebbero gia’ decisi: domani, in mattinata o a meta’ pomeriggio a Roma, sala riservata di un hotel.

 

L’incontro e’ a forte rischio per il segretario del Pd, non solo per le polemiche interne al partito che gli segnalano la particolare condizione giudiziaria di Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale e decaduto dal suo ruolo di senatore. Se la mano tesa non dovesse dare risultati, Renzi patirebbe la prima battuta d’arresto da quando e’ diventato segretario del Pd con le conseguenze di dover riconsiderare la tabella di marcia sul tema della legge elettorale e delle riforme. Se l’accordo fosse raggiunto (alcune indiscrezioni parlano di un documento che verrebbe sottoscritto), occorrera’ valutarne il merito.

 

Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e Scelta civica di Mario Monti minacciano di aprire la crisi di governo, qualora l’intesa tra Renzi e Berlusconi dovesse avvenire sul ’’modello spagnolo’’ di legge elettorale che penalizza le forze minori (preferiscono un doppio turno con premio di maggioranza con collegi da studiare nelle loro dimensioni). La minoranza del Pd vorrebbe invece strappare un accordo che preveda il doppio turno almeno di coalizione, se non di collegio. L’eventuale successo dell’incontro potrebbe non dispiacere invece al premier Letta che pur continuando ad auspicare una proposta di riforma che nasca in prima battuta dalla maggioranza che sostiene il governo (lo avrebbe ridetto a Renzi ieri sera avvertendolo che sulla trasformazione del Senato potrebbe non avere i numeri proprio a palazzo Madama) sa bene che mettere subito in moto le procedure per riforma elettorale – il 20 gennaio ne inizia a discutere la commissione Affari costituzionali della Camera, il 27 il confronto passa all’Aula – trasformazione del Senato e riforma del Titolo V della Costituzione significa scongiurare definitivamente elezioni anticipate in primavera. Potendo contare su una larga maggioranza in Direzione, Renzi l’ha riconvocata per lunedi’ prossimo quando ha assicurato che chiedera’ un voto sulla proposta di riforma elettorale che riterra’ percorribile in tempi brevi. Le obiezioni all’incontro con Berlusconi hanno avuto sfumature diverse negli interventi di ieri alla Direzione piddina che hanno visto alla fine l’astensione di 35 esponenti della minoranza sulla relazione del segretario.

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