SPECIALE ELEZIONI EUROPEE
Fonte: La Stampa
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Oggi vota il Regno Unito. Il leader dell’Ukip: vinceremo

LONDRA

«Ma tu, chi sei?» chiedeva Nigel Farage, sprezzante e sarcastico, al presidente del Consiglio europeo. «Hai il carisma di uno straccio bagnato e l’aspetto di un impiegato di banca di basso livello… Chi sei?». Oggi molti si domandano la stessa cosa di lui: Chi è Farage? L’esuberante euroscettico inglese, birra in mano e sorriso stampato in volto, potrebbe risultare il vincitore delle elezioni europee in Gran Bretagna.

 

Secondo i sostenitori, Farage è l’erede del conservatorismo britannico, il difensore degli interessi del paese contro gli odiosi burocrati di Bruxelles, il paladino dei lavoratori inglesi contro gli immigrati. Per i detrattori, è un fomentatore di pregiudizi, un pericoloso razzista, un ipocrita che alimenta l’odio contro gli stranieri ma impiega la moglie tedesca come assistente. Qualunque cosa si pensi del leader di Ukip, il partito che vuole la Gran Bretagna fuori dalla Ue, Farage è emerso come la forza nuova della politica britannica. Ha dominato la campagna per il voto di oggi, che accorpa elezioni europee e locali, con il suo stile di uomo del popolo e doti di formidabile comunicatore che anche gli avversari gli riconoscono. Farage parla a braccio, ha la battuta pronta; nemico del politically correct, è un provocatore nato che sguazza nelle polemiche ed è capace di uscirne indenne. Cinquant’anni, quattro figli e un passato di trader nella City, Farage ama dire di sè che non è un politico di professione. Eppure la politica lo ha quasi ucciso. Nel 2010, scampò per miracolo allo schianto del piccolo aereo in cui viaggiava: lo striscione elettorale («Vota per il Paese. Vota Ukip») si impigliò nella coda, facendo precipitare il monomotore. Deluso dai conservatori, ha fondato Ukip ed è stato eletto tre volte nel parlamento europeo, l’istituzione dove nel 2010 pronunciò il discorso dello «straccio bagnato» di fronte ad un esterrefatto Van Rompuy.

 

Farage incarna il sentimento di diffidenza verso l’Europa, quando non di aperta ostilità, ancora radicato nel paese nonostante siano passati 41 anni dall’adesione al blocco. È quel senso di orgogliosa insularità che fece scrivere al «Times» in un famoso titolo del 1957: «Nebbia sulla Manica, Continente isolato». Ma Ukip cerca anche di intercettare il voto degli elettori provati dalla crisi economica e delusi da Tory e Labour, entrambi visti come espressione delle élite metropolitane.

 

Farage è certo di essere rieletto all’Europarlamento nel quale siede col solo intento di ridicolizzarlo e, idealmente, sopprimerlo. Alla vigilia delle elezioni, in cui 46 milioni di cittadini sono chiamati alle urne, i sondaggi davano Ukip testa a testa con i laburisti, relegando i conservatori di David Cameron in un’imbarazzante terza posizione. Ma è da tempo che Farage crea grattacapi al primo ministro e ne influenza ile politiche: per esempio costringendo Cameron a promettere un referendum per decidere se stare dentro o fuori la Ue, dopo le elezioni politiche del prossimo anno. All’Ukip sono sicuri di stravincere. Allora chi è Nigel Farage? Resta da vedere. Soprattutto se sarà in grado di portare il suo movimento di protesta dai banchi di Strasburgo a quelli di Westminster.

 

 

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