EMERGENZA SBARCHI
Fonte: Corriere della Sera

Il ministro dell’Interno: «O l’Europa ci aiuta a presidiare la frontiera o diritto d’asilo venga esercitato in tutta Europa». Ue: «Basta tragedie»

Ha ragione Alfano, l’Europa ci lascia soli», ma «non può salvare gli stati, le banche e poi lasciare morire le madri con i bambini»: Così Matteo Renzi a «Quinta Colonna» su Retequattro, sul dramma immigrazione. Gli interventi Mare nostrum «li devono fare anche gli altri paesi europei», ha aggiunto il premier che ha incalzato «tutte le istituzioni europee» a impegnarsi: «non devono girarsi dall’altra parte», ha attaccato Renzi.

Alfano: «L’ennesima tragedia del mare»

«L’Italia non può diventare la prigione dei rifugiati politici»: il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dopo l’ennesima tragedia in mare, si rivolge all’Unione Europea. «Quelli che hanno diritto d’asilo – ha detto Alfano – a cui l’Italia riconoscerà il diritto d’asilo andranno in Europa se ci vorranno andare». Per il ministro dell’Interno, «o l’Europa ci aiuta a presidiare la frontiera – ha aggiunto Alfano – o faremo valere il principio che il diritto d’asilo riconosciuto dall’Italia si possa esercitare in tutta Europa». Nel corso di un comizio elettorale a Bologna, il ministro Alfano ha lungamente argomentato la necessità di un coinvolgimento dell’Unione Europea nel tema dell’ immigrazione. «Il Mediterraneo – ha sottolineato – non è una frontiera Italiana ma una frontiera europea, oggi una sede di Frontex deve essere in Italia perché la frontiera è il Mediterraneo». Alfano ha anche aggiunto che durante il semestre europeo l’Italia punterà molto su questo tema. «Nel semestre di presidenza italiana – ha confermato il capo del Viminale – ci giocheremo la nostra partita sul tema della frontiera, ma non siamo disposti a sacrificare 20mila vite per lo 0,5% in più alle elezioni europee perché noi siamo il centrodestra che non scappa di fronte ai problemi ma li sa affrontare».

«Mediterraneo frontiera europea, non italiana»

Sull’emergenza sbarchi, ha rilanciato Alfano, «l’Europa accetti non a chiacchiere ma con i fatti che il Mediterraneo non è una frontiera italiana, ma europea»: «Non esiste nella storia del mondo uno Stato o una confederazione di Stati che abbia cancellato le frontiere interne, come è stato Schengen per l’Europa -ha aggiunto Alfano- senza difendere e disegnare bene quelle esterne». Il ministro dell’interno ha poi spiegato che coloro che attraversano il Mediterraneo «non sono migranti economici che vengono per rubare il lavoro ai nostri giovani, ma chiedono asilo politico, sono disgraziati che intraprendono un viaggio per sfuggire alla crocifissone in Siria, alla guerra o alle torture e vogliono venire non in Italia ma in Europa». In merito all’ultimo sbarco, per il quale sono ancora in atto i soccorsi, Alfano ha spiegato di non essere ancora a conoscenza dei numeri esatti, sottolineando però che al momento «oltre 200 persone sono già state accolte». Non solo: «Ci sono tanti morti vicino alla Libia, le nostre navi sono lì a recuperare i morti e a soccorrere i vivi. ha concluso Alfano – L’Europa non ci sta aiutando nei soccorsi, si faccia carico di accogliere i vivi. Il nostro Paese non può diventare la prigione dei rifugiati politici. A quelli che in Italia ogni giorno ci attaccano perché facciamo il soccorso ed evitiamo i morti, chiediamo, di fronte a questi altri morti, di passarsi una mano sulla coscienza».

Bruxelles: «Ridurre rischio che si ripetano simili tragedie»

Gli Stati membri dell’Ue devono «dimostrare solidarietà concreta per ridurre il rischio che possano ripetersi tragedie del genere», ha detto la commissaria agli Affari interni dell’Unione europea, Cecilia Malmstrom, in merito al naufragio di un barcone avvenuto lunedì tra la Libia e Lampedusa. Per il commissario Ue, Malmstrom «sfortunatamente tutti gli sforzi in campo non hanno evitato una nuova sconvolgente perdita di vite. É chiaro che la responsabilità è di tutti gli Stati membri dell’Ue». L’Unione, continua Malmstrom, deve «dare seguito all’Action Plan identificato dalla Commissione e in particolare chiede di impegnarsi nella ricollocazione dei rifugiati direttamente dai campi fuori la Comunità Europea, e nell’apertura di nuovi canali legali».

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