EUROPA
Fonte: La Stampa

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Il presidente della Repubblica intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”.  «Gli euroscettici? Se vincessero il cammino sarà più duro, ma si andrà avanti»

L’Europa non è solo austerity: ci ha garantito 60 anni di pace e libertà, permettendo anche una crescita economica senza precedenti. Per cui, pur non negando il rischio che gli euroscettici crescano, sicuramente non la fermeranno: l’Europa, la sua costruzione ed integrazione, non tornerà indietro. Lo ha assicurato Giorgio Napolitano in una intervista esclusiva a Fabio Fazio interamente dedicata all’Europa, al sogno di Spinelli e Monet, tanto condiviso negli anni dal presidente della Repubblica.

Dal suo ufficio al Quirinale, Napolitano si sottopone volentieri ad una serie di garbate domande di Fazio sul futuro dell’Unione che il presidente vede comunque irreversibile. Certo, non nega che Bruxelles e le sue strutture «abbiano reagito tardi e in modo molto discutibile» alla crisi economica. Ma il presidente ci tiene a ricordare agli italiani che questa Europa, pur nelle sue mille difficoltà, nella lentezza a tratti asfissiante della sua burocrazia, «non è solo austerity». Non deve passare questo messaggio di un’Unione tutta rigore e sacrifici, mettendo nell’oblio collettivo il fatto che per sessant’anni «è servita in primo luogo a garantire la pace nel cuore dell’Europa». «Una pace – ha aggiunto – che era stata brutalmente strappata due volte nel corso del Novecento, e al centro del conflitto, dei due conflitti, c’era stata soprattutto la terribile contrapposizione tra Francia e Germania».

Ecco perché Napolitano è convinto che quello europeo sia un percorso a senso unico, che può solo andare avanti. «Il timore è che – ha spiegato pensando alle prossime elezioni europee del 25 maggio – se si avessero forti rappresentanze euroscettiche nel Parlamento diventerebbe più faticoso il cammino. Io non credo ad un’Europa che torni indietro, anche con tutti coloro che arrivassero da euroscettici al Parlamento europeo». Anzi, aggiunge con una punta di malizia, qualcuno di questi euroscettici potrebbe anche «essere conquistato da una conoscenza diretta, da una partecipazione diretta» delle dinamiche europee.

Naturalmente per alcuni Paesi, ed anche per l’Italia, in passato è stato necessario anche usare la «frusta» europea per forzare passaggi politici duri da digerire. Insomma, il ´ce lo chiede l’Europa’ è stato effettivamente usato più volte. Ma non per un obiettivo vitale, il rientro dallo spaventoso Debito pubblico che strangola gli italiani. «Quando si parla di necessita assoluta di ridurre il debito pubblico in Italia, non si dice abbastanza che lo si deve fare non perché ce l’ha chiesto l’Europa ma perché – chiarisce con fermezza Napolitano – è un dovere verso i giovani. Quando diciamo che dobbiamo sbarazzarci di questo fardello pensiamo soprattutto a loro».

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