Le nuove regole sostenute dal governo. I 5 Stelle attaccano. L’Ecofin: «Ora attuarlo subito»
Patto di stabilità, avanti tutta con le nuove regole. Dopo il via libera dell’Aula del Parlamento europeo anche il Consiglio dell’Ue approva la riforma delle regole comuni di bilancio, con l’Italia che si accoda ai partner e sostiene il file. L’approvazione definitiva è giunta in occasione della riunione del consiglio Agricoltura, dove i ministri dei Ventisette hanno votato senza discussione i testi legislativi. L’occasione per esprimersi contro il nuovo patto è stata mancata. Al contrario, il governo Meloni, ha dato il proprio «sì». E’ stato sottosegretario all’Agricoltura, Luigi d’Eramo (Lega), ad aver sostenuto tutti i tre i provvedimenti che modificano la governance economica dell’Unione europea, segnando la scollatura tra governo e partiti di maggioranza.
A fine dicembre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (Lega), ha sottoscritto l’accordo provvisorio di riforma del patto di stabilità, che chiede impegni chiari di riduzione del debito (i Paesi come l’Italia, con un rapporto debito/Pil superiore al 90% dovranno ridurre ogni anno l’1% questa eccedenza). Un accordo che non convince i partiti di governo, che in occasione del voto dell’Aula del Parllamento europeo, la scorsa settimana, si sono astenuti in blocco. In Consiglio non solo non c’è stato voto negativo, ma neppure si è confermata l’astensione offerta in Parlamento. Soltanto il Belgio si astiene, ma solo su un provvedimento, il sul regolamento relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale. Per il resto tutti d’accordo. D’Eramo non sconfessa il collega di partito Giorgetti, ma si registrano le divergenze tra le dichiarazioni e decisioni politiche, che mettono in luce difficoltà e contraddizioni interne all’alleanza Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia sul file.
Dall’opposizione insorge Pasquale Tridico, candidato circoscrizione Sud alle elezioni europee per il Movimento 5 Stelle. Votando a favore «Giorgia Meloni ha dimostrato di essere patriota sì, ma dei falchi dell’austerity», la critica del pentastellato, preoccupato per le ricadute pratiche che il nuovo patto avrà sull’economia nazionale. Cita le stime della Confederazione dei sindacati europei, secondo cui i nuovi vincoli di bilancio «porteranno a 100 miliardi di tagli per tutti i Paesi europei e l’Italia sarà quello più colpito con una riduzione della spesa pubblica stimata in almeno 13 miliardi l’anno per sette anni». Ancor pià duro Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle. «Oggi il Governo Meloni aveva la possibilità di fermare in Europa tagli da 13 miliardi l’anno a danno dell’Italia con un voto. Il ministro Lollobrigida aveva la possibilità di votare da “patriota” ma evidentemente è più bravo a fermare i treni che a stoppare un Patto sciagurato per l’Italia. Non si è nemmeno presentato all’incontro e ha inviato un Sottosegretario».
La vera sfida in realtà sembra essere quella attuativa del patto che entra immediatamente in vigore. La pubblicazione in Gazzetta ufficiale è prevista per la giornata di domani (30 aprile), e da quello stesso istante il nuovo quadro di governance economica sarà legge. Entro il 20 settembre ogni Paese dovrà notificare a Bruxelles i piani di rientro dagli squilibri macro-economici, e non c’è dunque tempo da perdere, tanto più che i partner già iniziano a fare pressioni. «Adesso è il momento di una rapida attuazione», incalza Vincent van Peteghem, ministro delle Finanze belga e presidente di turno del consiglio Ecofin, che chiede di iniziare a fare i compiti a casa sin da subito visto che, insiste, le nuove regole «salvaguarderanno finanze pubbliche equilibrate e sostenibili e aumenteranno l’attenzione sulle riforme strutturali».