12 Dicembre 2024
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Tra gli studenti cresce lo stress dovuto alla pressione scolastica. E va preso sul serio

Siamo sempre a dire che anche noi boomer abbiamo vissuto le difficoltà della scuola, per di più con genitori non così comprensivi come quelli di oggi (che siamo noi). Per non dire degli insegnanti quasi ottocenteschi, insensibili alle istanze socio-psicologiche. Eppure, in un sondaggio recente fatto al liceo linguistico Manzoni di Milano (da ieri in stato di occupazione), 7 ragazzi su 10 denunciano crisi di ansia, stress e altre patologie psicologiche attribuite alla pressione scolastica. Al di là del caso specifico, è difficile sfuggire all’idea che in generale la scuola italiana, con le ultime piccole e grandi riforme, abbia puntato astrattamente su concetti come merito, eccellenza, competitività, che si traducono in crediti, verifiche, valutazioni con due cifre dopo la virgola, test Invalsi. Del resto, diciamolo, non c’è ambito che, come la scuola, produca tante opinioni e retoriche.
Si va dal filone minimizzante e qualunquista («ma cosa sarà mai?») a quello, trionfante, prestazionale-innovatore tutto merito, tecnologia e modello-lavoro. Si aggiunge il filone «umanitario» che da una parte esalta il volontarismo eroico-missionario degli insegnanti e dall’altra sollecita le lamentele dei soliti genitori iperprotettivi pronti a difendere i loro (e solo i loro) figli a prescindere dal contesto. Già, il contesto è sempre il grande assente. In tanti discorsi e tanti confusi ritocchini governativi, nessuno può negare il malessere diffuso dei giovani, tra depressione, ansie, paura del futuro, crisi di panico crescenti che nessun tutor d’istituto saprà mai risolvere. Il sondaggio della Manzoni è l’ennesimo grido d’allarme di una generazione che tende a comunicare solo via smartphone, che ha vissuto la pandemia come una spina staccata per quasi due anni, con genitori sempre più sfiduciati, con prof sempre più frustrati da riformine inutili. Prenderli sul serio, questi ragazzi, è davvero il minimo che possiamo fare. La prima emergenza non privata ma politica di un Paese.

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