POLITICA
Fonte: La Stampa
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Incontro di un’ora e mezza a Palazzo Chigi: varata la road map per il 2014

ROMA

L’alta tensione di questi giorni obbligava ad un primo chiarimento tra il premier e il leader Pd e quindi ieri sera i due hanno deciso di vedersi stamattina. Colpi di mortaio dei renziani contro il ministro Saccomanni, voci di un incontro con Berlusconi che Renzi ha dovuto smentire, tutti ingredienti non proprio distensivi, così come l’accelerazione imposta sulla legge elettorale. Che ieri Alfano ha dovuto subire, costretto a fidarsi che questa fretta di andare in aula entro gennaio non nasconda una voglia di voto anticipato a maggio. Ed è proprio questo il primo punto che il premier ha voluto chiarire quando alle nove il leader Pd è salito nel suo studio.

 

Da palazzo Chigi filtra una versione di «un incontro utile e positivo» che comunque, vista la tanta carne al fuoco e la matassa di tensioni da sciogliere, è stato ancora interlocutorio. Fatto sta che Renzi ha confermato a Letta che si voterà del 2015, insomma che non vuol far cadere ora il governo, ma ha voluto chiarire una volta per tutte che la partita sulla legge elettorale intende giocarsela lui in prima persona. Tradotto, se pure alla fine si riuscirà a chiudere un accordo sul doppio turno di coalizione gradito ad Alfano, dovrà risultare evidente che il merito sarà della conduzione di gioco del leader del Pd, perché anche il dialogo con Berlusconi è servito come strumento di pressing sul leader del Nuovo Centrodestra. Letta invece ha chiarito che pure il governo vuole fare la legge elettorale il prima possibile senza dilazioni, ben sapendo che comunque la vita del governo è legata ai risultati che porterà a casa sulle altre riforme utili al paese. E quindi oggi il piatto forte del faccia a faccia è stato la road map per arrivare a stringere il patto di governo del 2014: a Letta va bene l’impostazione generale del “job act” renziano, ma il premier attribuisce grande peso al sostegno pieno del Pd a questo piano che sarà discusso dalla Direzione del partito di maggioranza relativa giovedì prossimo. E a Renzi interessa arrivare alle europee in condizioni di prendere molti voti e quindi avendo portato a casa oltre alla legge elettorale, almeno la prima lettura in parlamento della riforma per abolire il Senato. E magari altri provvedimenti utili ad arginare l’onda d’urto dell’antipolitica.

 

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