11 Ottobre 2024

Da venerdì una “due giorni” alla Lumsa che sarà aperta dalla ministra Roccella e dal Sottosegretario di Stato Vaticano Wachowski

Si aprirà a Roma il 5 aprile la Conferenza internazionale per l’abolizione universale della maternità surrogata, a poco più di un anno dalla Dichiarazione di Casablanca con cui oltre cento esperti di 75 Paesi hanno sottoscritto una proposta di Convenzione internazionale per la messa al bando della pratica. Convinti – si legge nel documento – che «il contratto con cui uno o più contraenti convengono con una donna che porterà in grembo uno o più figli la consegna del bambino dopo il parto, indipendentemente dal nome e dai termini e dalle condizioni, viola la dignità umana» e «contribuisce alla mercificazione di donne e bambini».

I lavori aperti da Roccella e dal Sottosegretario Vaticano Wachowski
La scelta di Roma non è casuale. A inaugurare la “due giorni”, presso l’Università Lumsa, saranno i discorsi della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, e del Sottosegretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, monsignor Miroslaw Wachowski. A riprova della convergenza delle posizioni tra il Vaticano e il Governo italiano, che appoggia con convinzione la proposta di legge già approvata dalla Camera il 26 luglio 2023 e ora all’esame del Senato, che modifica l’articolo 12 della legge 40/2004 (che già vieta il ricorso alla Gpa in Italia punendo chi violi il decreto con la reclusione da tre mesi e due anni e con la multa da 600mila euro a un milione) introducendo la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadini italiani. Una proposta, va ricordato, che nasce da un Ddl presentato nel 2018 dall’attuale premier Giorgia Meloni e che ha a sua volta assorbito un analogo testo del 2020 targato Mara Carfagna. In commissione Giustizia a Palazzo Madama, a cui sono assegnati anche altri tre Ddl, è stato deciso il 12 marzo un ciclo di audizioni.

Il fronte italiano bipartisan
Il fronte italiano contro la gestazione per altri è infatti trasversale. Va dal partito della premier, Fratelli d’Italia, che si è esposta a più riprese contro la Gpa – durante la conferenza stampa di fine anno ha ribadito: «I bambini non si vendono, non si comprano e non sono merce da banco da scegliere in un catalogo, non penso che questo sia difendere la vita umana e non credo che pagare una donna povera per mettere al mondo un figlio che poi vende sia progresso» – a molte donne dei partiti di opposizione. Basta scorrere la lista dei relatori. Nel primo panel, dedicato a «Uscire dalla rassegnazione: proposte politiche italiane per porre fine alla tratta della maternità», ci sono assieme le deputate Cristina Rossello (Forza Italia), Elena Bonetti (Azione), Simona Loizzo (Lega), Luana Zanella (Verdi Sinistra italiana), Carolina Varchi (Fdi) e la senatrice Pd Valeria Valente.

L’intervento del relatore speciale Onu contro la violenza sulle donne
A moderare la conferenza sarà il francese Bernard Garcia, coordinatore della Dichiarazione di Casablanca. Presenti anche Suzanne Aho e Luis Pedernera, componenti del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e osservatori indipendenti dei lavori sulla Dichiarazione. Proprio il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e i bambini, il giordano Reem Al Salem, accoglierà i partecipanti alla seconda giornata, sabato 6 aprile, tutta dedicata agli strumenti giuridici per l’abolizione universale della maternità surrogata. Il discorso introduttivo è affidato ad Alberto Gambino, prorettore dell’Università europea di Roma e componente della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecr). Per l’Italia interverrà Antonella Brambilla, già giudice del Tribunale dei Minorenni di Milano. Tante le attiviste in prima linea sul tema, tra cui la giornalista italiana Marina Terragni, fondatrice di RadFem Italia.

Domani dal Papa la portavoce del movimento, documento in arrivo
Oggi il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha incontrato Olivia Maurel, nata da madre surrogata e portavoce della Dichiarazione di Casablanca, che domani sarà ricevuta da Papa Francesco. «Le cose cambieranno», ha scritto sui social network la donna, che da tempo porta avanti la sua battaglia, anche personale, contro la Gpa. Il cardinale Victor Manuel Fernandez, nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha intanto anticipato che la prossima settimana il Vaticano pubblicherà un documento proprio sulla teoria del gender e la gestazione per altri, per criticare le «tendenze immorali» nella società contemporanea. Proprio il suo ufficio era stato criticato, lo scorso dicembre, per aver pubblicato la dichiarazione Fiducia Supplicans, approvata dal Pontefice, con cui i sacerdoti sono stati autorizzati a offrire benedizioni alle coppie dello stesso sesso, fuori però da ogni rito liturgico.

La lettera delle associazioni a Bergoglio: «Famiglie stigmatizzate»
Intanto i favorevoli alla Gpa si mobilitano. L’associazione Luca Coscioni ha sottoscritto e diffuso una lettera aperta al Papa firmata da un gruppo composto anche da figli nati da gestazione per altri, su iniziativa dell’associazione basca Gur umeen ametsak, cui hanno aderito teologi, gestanti e famiglie. La posizione di Bergoglio secondo cui la pratica è «deplorabile» e «offende gravemente la dignità della donna» – scrivono – «chiude le porte a modelli familiari meno tradizionali, provocando l’apostasia (il ripudio del proprio credo) di persone credenti che hanno scelto questo modello di famiglia sentendosi giudicate e stigmatizzate. Le parole del Papa hanno provocato dolore in molte famiglie cattoliche il cui modello deriva dalla gestazione surrogata». Tra i firmatari, figurano anche Fiorella e Valentina Mennesson, nate da gravidanza per altri nel 2000, figlie di Sylvie e Dominique Mennesson, che solo nel 2019 hanno potuto riconoscerle come proprie figlie, dopo un rifiuto delle autorità francesi durato 19 anni e grazie a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Un convegno e un flash mob
Proprio il 5 aprile la famiglia Mennesson sarà tra i protagonisti del convegno organizzato dall’Associazione Luca Coscioni e da Famiglie Arcobaleno, dal titolo “Famiglie e diritti universali. Libertà e autodeterminazione nei percorsi di gravidanza per altre e altri”, che si svolgerà in due fasi: un confronto internazionale dalle 9 alle 18.30 alla Camera dei deputati e un flash mob alle 12 in Largo di Torre Argentina, seguito da una conferenza stampa. Il contraltare alla conferenza alla Lumsa. Che prova a combattere la disomogeneità degli orientamenti dei vari Paesi, divisi tra chi vieta, chi consente solo la Gpa gratuita o solidale (come Canada, Australia, Regno Unito, Belgio, Olanda o Grecia) e chi permette anche quella retribuita, come Russia, Ucraina, Armenia, Bielorussia, Sudafrica e Thailandia. Senza reato universale, il turismo procreativo è destinato a continuare.

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