L’ex sottosegretario all’Economia: “Dialogo auspicabile tra le loro forze e quella della sinistra per imporre un cessate il fuoco e costruire un mondo multipolare con una Ue libera e non schiacciata sul liberismo”

Onorevole Stefano Fassina, l’ipotesi di un >accordo in Europa tra il Movimento 5 stelle e Alleanza di Sahra Wagenknecht le sembra credibile? Lei con la sua associazione “Patria e Costituzione” ha posizioni simili a entrambi i partiti.
«La prospettiva mi sembra molto interessante, anzi auspicabile. Noi con il gruppo di Sara Wagenknecht, in particolare con Fabio De Masi, abbiamo un filo diretto dal 2015. Lei ha mandato un messaggio all’assemblea fondativa di Patria e Costituzione nel 2018. Il movimento che ha promosso è serio».

Ma quale sarebbe il legame vero tra questi mondi?
«Entrambi i movimenti intercettano un pezzo di periferie sociali in grande sofferenza che senza qualcuno sul fronte progressista che ne raccoglie le domande non vanno a votare. Oppure, peggio, si rivolgono a destra. Vede, una volta queste fasce di popolo, di persone in carne e ossa, schiacciate dal liberismo, si rivolgevano ai partiti di sinistra o alle forze del cattolicesimo sociale nei partiti democristiani».

Va bene, le “periferie” abbandonate. Ma questa alleanza che lei auspica ha un valore in Europa e molti la vedono come una ulteriore sponda che potrebbe avere Vladimir Putin: con lo stop al sostegno all’Ucraina e all’invio di armi per combattere la Russia che li ha invasi.
«Veramente ritengo che le proposte dei movimenti di cui parliamo abbiano l’effetto contrario a quello che dice lei. Non possiamo vincere la guerra mandando ancora armi in Ucraina. Oramai è riconosciuto da tutti gli attori occidentali. La via del negoziato non favorisce Putin. È l’unica strada per evitare ulteriori morti al popolo ucraino e costruire una prospettiva multipolare».

Ma secondo lei Putin si sederebbe a un tavolo per dialogare in questa prospettiva multipolare?
«Dopo 2 anni e 3 mesi di scavalcamento di ogni linea rossa e di una dozzina di pacchetti di sanzioni sarebbe ora di riconoscere che con Putin si deve trattare. Putin non ha la forza per rifiutare un negoziato. Si deve lavorare innanzitutto ad un cessate il fuoco».

Tornando al tema “multipolare”, ma in qualsiasi prospettiva l’Europa deve scegliere in che polo stare: quindi o con l’Occidente o con la Russia o la Cina. Non è cosi?
«Ma l’Europa deve stare con se stessa, con la parte migliore della sua storia: ponte verso oriente e verso l’Africa. È chiaro che l’Europa ha una relazione imprescindibile con gli Usa ma senza esserne succube, come ora. C’è chi punta a ricostruire la stagione della guerra fredda e chi con realismo riconosce il mondo multipolare. In questo scenario si colloca bene il dialogo tra Sara Wagenknecht e M5S. Su questo asse, c’è larghissima parte dell’universo cattolico, i partiti della sinistra Ue e la parte del Pd che ha voluto la candidatura di Marco Tarquinio».

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